Intervista a Stefano Corbella, Sustainability Officer di COIMA, su ESG City Impact Fund, il primo fondo immobiliare ESG italiano da 1,5 miliardi di euro

 

Il ruolo dei fondi immobiliari ESG

Gli ultimi anni hanno visto crescere l’interesse per i fondi immobiliari ESG, un acronimo che sta per “Environmental, Social and Governance”: si tratta di fondi di investimento che valutano i propri asset non solo sulla base di criteri economico-finanziari, ma anche su aspetti di natura ambientale, sociale e di governance di impresa.

Per comprendere al meglio il fenomeno, REbuilding network ha intervistato l’ing. Stefano Corbella, Sustainability Officer di COIMA, piattaforma leader nell’investimento, sviluppo e gestione di patrimoni immobiliari per conto di investitori istituzionali, che di recente ha lanciato “ESG City Impact Fund”, il primo fondo immobiliare italiano ESG.

Ing. Stefano Corbella
Stefano Corbella, Sustainability Officer di COIMA

REbuilding network: Stefano, COIMA ha lanciato di recente il primo fondo immobiliare italiano ESG, con oltre un miliardo di euro destinato ad investimenti sul tema della rigenerazione urbana. Cominciamo dall’inizio: che cos’è un fondo di investimento ESG e in che modo si differenzia da un tradizionale fondo immobiliare?

Stefano Corbella: I fondi immobiliari sono uno strumento di investimento il cui obiettivo è il raggiungimento di determinate performance finanziarie. Un Fondo ESG coniuga, oltre al raggiungimento delle performance finanziarie, degli obiettivi ambientali e / o sociali, strutturati e gestiti attraverso pratiche di etica e trasparenza societaria.

Questo tipo di investimento si pone quindi a metà strada tra le operazioni filantropiche, le cui finalità sono il raggiungimento di impatti tipicamente sociali e culturali, e le operazioni tradizionali, che come detto traguardano finalità prevalentemente economiche.

Chiaramente, un investimento tradizionale non necessariamente tralascia o ignora gli aspetti ambientali e sociali; aspetti che riteniamo COIMA abbia sempre considerato per tutti gli investimenti. I Fondi “ESG” e “Impact” sono però caratterizzati dall’impegno, verso i propri investitori ed il mercato, del raggiungimento anche di determinati obiettivi non finanziari.

Questa differenza è sostanziale, perché determinante nella scelta del tipo di operazione immobiliare e del tipo di prodotto che sarà sviluppato.

Proviamo ora a scendere più in profondità sul concetto di ESG, proprio partendo da questo acronimo: Environmental Social Governance. COIMA da sempre traccia la direzione nel ramo degli investimenti immobiliari, anticipando i tempi (lo ha fatto con le prime LEED, con le prime BREEAM, etc.), e allora la domanda è ovvia: quali sono i driver di intervento che puntate negli investimenti sulle tre direttrici ambientale, sociale, di governance?

È importante sottolineare il livello di complessità che delle tematiche di sostenibilità oggi rappresentano; ambiente, società ed economia. La comunità finanziaria, e sempre di più l’opinione pubblica, stanno acquisendo coscienza sulla necessità di un cambio strutturale dei modelli economici e sociali che hanno contraddistinto la crescita degli standard di vita di buona parte del mondo.

Il solo settore immobiliare rappresenta circa il 39% delle emissioni di CO2 globali, il 10% generate dalla realizzazione di nuove costruzioni. È il settore che consuma la maggior quantità di risorse naturali e che genera la maggior quantità di rifiuti solidi. Questo settore rappresenta quindi uno dei principali contributori del cambiamento climatico.

Nelle città, che occupano il 2% della superficie terrestre, trova casa più del 50% della popolazione mondiale e viene prodotto più del 60% del PIL mondiale. L’effetto combinato di inquinamento e densità della popolazione ha profondamente effetto sulla vivibilità delle nostre città, e l’impatto ambientale ha oramai raggiunto la scala globale.

È evidente che il cambiamento strutturale che si rende necessario passa quindi anche attraverso il settore edilizio e la sua economia, oltre che la maturazione culturale alla sostenibilità.

Per questo, il patrimonio immobiliare esistente e di futura realizzazione dovrà necessariamente evolversi attraverso un processo di “decarbonizzazione” e gestione secondo principi di economia circolare, promuovendo dinamiche finanziarie ed economiche che supportino questo tipo di transizione.

Sappiamo che esistono diverse metodologie di approccio all’investimento immobiliare ESG. Il vostro fondo ha una linea di azione definita o preferirà – per così dire – un “assetto variabile“ a seconda della asset class coinvolte?

Tradizionalmente i Fondi “ESG” e “Impact” hanno trovato la loro principale attuazione attraverso investimenti specifici in alcune asset class come scuole, case di cura, ospedali, social housing, ecc… declinandone nella funzione il proprio contributo, tipicamente riconducibile agli aspetti sociali.

Fermi restando questi ambiti specifici, il Fondo COIMA ESG City Impact ha l’ambizione e l’obiettivo di poter contribuire in modo positivo anche negli ambiti ambientali ed economici su scala di economia reale. Per esempio, i progetti di rigenerazione urbana che riqualificano aree di città abbandonate o depresse e spesso inquinate con la restituzione di un territorio con immobili riqualificati e performance ambientali allineate con gli obiettivi di decarbonizzazione, spazi pubblici aperti e inclusivi, riforestazione delle città, permeabilità pedonale ed integrazione della mobilità sostenibile, etc…

Riteniamo che questo approccio possa dare un impatto combinato ambientale, sociale ed economico significativo per le città e per le loro comunità.

La vostra scelta è stata netta, in anticipo sui tempi, e netta la risposta degli investitori: come prevedete che sarà il futuro dell’investimento immobiliare nei prossimi anni? Quali saranno le asset class più coinvolte in ambito immobiliare?

Secondo la nostra visione rispetto alle tematiche ESG, non vi sono esclusioni di asset class. Qualsiasi investimento immobiliare ha delle caratteristiche e profili di rischio che derivano dalla tipologia di immobile, della funzione insediata o insediabile, dalla localizzazione e dai rischi ambientali specifici del sito.

Il cambiamento è già in atto, con sempre più investitori selettivi nell’allocazione dei propri capitali attraverso valutazioni anche non strettamente finanziarie che, in ultima analisi, hanno ripercussioni economiche sul profilo della rendita dell’investimento.

Per chiudere, uno sguardo al racconto di queste attività di investimento.
Oggi lo storytelling di impresa si arricchisce di nuovi elementi che evidenziano l’impatto sociale e ambientale delle scelte: lo si vede dai report di bilancio integrati, lo si ascolta nelle assemblee degli azionisti, etc. Che sistemi di metriche di valutazione e di restituzione, di reportistica, avete in mente per raccontare l’attività del COIMA ESG City Impact Fund?

Tutto è misurabile, il nostro approccio è stato quello di selezionare l’ambito d’azione in cui un progetto di rigenerazione urbana può contribuire in modo significativo sugli aspetti ambientali, sociali ed economici.

Per il Fondo COIMA ESG City Impact, abbiamo sviluppato un sistema proprietario di valutazione dell’impatto ambientale, sociale ed economico che ogni investimento dovrà aver valutato in fase di pre-acquisizione. Con questo strumento siamo in grado di fare una valutazione analitica dello stato di fatto dell’immobile o del sito, e valutare, attraverso l’intervento di riqualificazione, il miglioramento relativo agli aspetti ambientali, sociali ed economici e la verifica che l’impatto ottenibile sia compatibile con un livello minimo di soglia per giustificare l’investimento di questo fondo.

I partner di REbuilding network in prima linea per la Corporate Social Responsibility

Ogni partner di REbuilding network si impegna per integrare la sostenibilità nei propri sistemi di governance, oltre che nelle soluzioni e servizi offerti al mercato. Si va dal Bilancio integrato di Finanza e Sostenibilità di Schneider Electric alla Roadmap CSR di Saint Gobain, alla Due Diligence di Sostenibilità di Habitech.

Schneider Electric (Premium Partner) e Habitech (Partner) contribuiscono inoltre a GRESB, sistema di reportistica che rappresenta di fatto il benchmark internazionale in termini di performance ESG degli investimenti. Habitech presenta da ormai tre anni in Italia il rapporto annuale GRESB oltre a fornire le certificazioni (LEED, BREEAM e WELL) che poi entrano a far parte del “cappello” di performance GRESB. Schneider Electric invece, nel ruolo di Resouce Advisor, fornisce ai propri clienti un servizio integrato di misurazione delle performance ESG, i cui dati possono essere esportati proprio in formato GRESB compliant.

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Il ruolo di GRESB

Ma non finisce qui, perché vanno menzionate anche la mission del “vivere sostenibile” di Harley & Dikkinson, l’Environment Vision 2050 di Panasonic, la certificazione ISO 50001 di iGuzzini, la sede a bassa impronta carbonio di ATAG e lo Schneider Sustainability Impact Report.

Tutti indicatori del vero e proprio “DNA sostenibile” della rete REbuilding network.
Contattateci per parlarne insieme.

Allarghiamo lo sguardo: l'Agenda ONU 2030, il ruolo dell'Unione Europea e l'Italia

La Sostenibilità dal 2015 è al centro del programma ONU Agenda 2030 che ha specifici obiettivi per lo sviluppo sostenibile del pianeta.

Gli obiettivi definiti sono 17 e almeno due di essi riguardano direttamente il quadro economico che fa riferimento al settore edilizio:

  1. industria, innovazione e infrastrutture”, il cui scopo è creare infrastrutture resilienti, promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile e accogliere l’innovazione
  2. città e comunità sostenibili”, il cui scopo è creare delle città e degli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.
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Gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 ONU

Anche l’Unione Europea ha elaborato un proprio piano per lo sviluppo sostenibile, in sintonia con gli obiettivi delle Nazioni Unite: gli OSS sono inclusi in tutte le 10 priorità della Commissione europea. Inoltre l’UE ha lanciato Horizon 2020, un programma di ricerca e innovazione per università, enti governativi, centri di ricerca e aziende, finanziato con 80 miliardi di Euro. Tale programma termina quest’anno: quindi seguirà Horizon Europe, un programma simile finanziato con ulteriori 100 miliardi di Euro.

In Italia, l’edilizia gioca dunque un ruolo critico nella costruzione di un mondo sostenibile: come sappiamo quasi il 40% delle emissioni atmosferiche inquinanti in Italia è responsabilità degli edifici (residenziali e non), secondo uno studio dell’ENEA che abbiamo analizzato nel nostro focus sulla riqualificazione immobiliare.

Grafico dei Principali settori inquinanti in ITalia
I principali settori inquinanti in Italia nel 2014: in rosso il settore immobiliare

L’obiettivo di una moderna politica delle costruzioni e delle riqualificazioni deve quindi essere quello di puntare alla sostenibilità, seguendo una richiesta stessa del mercato: come riportava nei mesi scorsi il Sole 24 Ore, l’80% delle transazioni per immobili di nuova costruzione nel 2019 ha riguardato le classi energetiche A e B. Puntare alla sostenibilità significa dunque rispondere ai bisogni del presente senza compromettere la possibilità, per le generazioni future, di rispondere a quelli che si verranno a creare.